venerdì 31 luglio 2009

Da “Lettere d'amore del profeta” di Kahlil Gibran a cura di Paulo Coelho

Pag.123

26/27 maggio 1923

Il matrimonio non permette a nessuno di schiavizzare l'altro, se non in quelle aree dove tu permetti di essere soggiogato. Tantomeno concede altra libertà oltre a quella che tu stesso hai deciso di consentire. Noi possiamo ricevere solo quello che diamo.

Per le persone intelligenti la base del matrimonio è un'amicizia schietta, in cui si lotta per i propri sogni e per i sogni della persona che si ama. Senza questi sogni, il rapporto matrimoniale si trasforma in una serie di pranzi e di cene nella cucina di casa.

Non esistono due anime gemelle. Nell'amicizia e nell'amore, le due persone alzano le mani insieme per afferrare una cosa che, se fossero separate, non riuscirebbero a raggiungere.

La tradizionale frase della cerimonia del matrimonio - "Tu ricevi Tizio o Tizia, in salute o in malattia …." - è totalmente assurda.

Come si può ricevere un altro?

Se così fosse, uno dei due cesserebbe di esistere: o, meglio, i due esseri insieme perderebbero la propria identità.

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