domenica 21 giugno 2009

Diario di viaggio

19 giugno 2009

Partenza alla 9,00 circa per Gressoney

Arriviamo a Gressoney St Jean alle 10,30 circa e andiamo a visitare il castello Savoia.

Il castello è di recente costruzione (1904) ed è stato utilizzato dalla regina Margherita, moglie di Umberto I, per tutte le sue vacanze estive sino al 1925.

Il castello ha uno stile gradevole e soprattutto la collocazione permette di avere una vista sul complesso del monte Rosa veramente invidiabile. La visita al castello è guidata dai custodi. Nell'occasione il custode è Bruno. Quello che più mi colpisce nella visita è la passione che Bruno trasmette nel descrivere cose, fatti e personaggi che hanno riguardato il castello e soprattutto la figura della regina, che nella valle (la valle del Lys) sembra aver lasciato.

Lasciamo il castello in direzione di Gressoney La Trinitè, località in cui ha termine la strada in quanto dalla valle, verso l'alto, non c'è uscita (dal 500 sembra che si siano formati dei ghiacciai invalicabili che hanno separato la valle dai territori svizzeri dell'altro lato delle montagne e dai quali proviene una antica popolazione germanica, i vassel (?), che ancora oggi parla un tedesco del 1200 e usa costumi tradizionali dell'epoca.

Le condizioni meteo sono peggiorate e purtroppo la vista delle cime delle montagne è coperta dalle nuvole, peccato, sarà per un'altra volta.

Discendiamo verso valle rifacendo il percorso dell'andata (non ci sono alternative) e facciamo tappa a Pont St Martin dove ammiriamo un antico ponte romano sul Lys, abbastanza spettacolare.

Continua la visita dei castelli.

Adesso è il turno del castello di Issognes. Il castello è visitabile e da ancora l'idea delle antiche vestigia, anche se è un motivo che ritorno sempre quello che quasi tutti i castelli furono abbandonati e poi recuperati in epoca recente.

Dopo Issognes raggiungiamo Verrès. Anche il castello di Verrès è visitabile. Il castello è spoglio e per raggiungerlo è necessario percorrere alcune centinaia di metri abbastanza ripidi. Dal castello si gode una bella vista, del resto per questo li costruivano in questi posti arroccati.

Dopo Verrès tentiamo di raggiungere il castello di Graves. Arriviamo fin dove possibile con la macchina ma sarebbe necessario farsi una scarpinata per un sentiero apparentemente poco frequentato. Considerato che si tratta di raggiungere dei ruderi preferiamo tornare indietro.

Tornando verso Aosta incontriamo la segnalatica per Chateau del Challant. Considerato che gli Challant erano i feudatari che hanno governato la Val d'Aosta per conto dei Savoia dal 1100 al 1700 circa (per estinzione della casata) e le cui tracce sono presenti in tutti i castelli che abbiamo visitato immaginiamo che questo castello valga la pena di una deviazione. Errore. Anche in questo caso si tratta di un rudere non facilmente accessibile, del resto si supporrà che chi viene in Val d'Aosta deve necessariamente uno scalatore. Nelle vicinanze del castello c'è la riserva naturale del Lac de Villa. Tra gli alberi intravediamo il lago. Preferiamo non turbare la quiete della riserva, torniamo ad Aosta.

Tornando ad Aosta abbiamo un ripensamento e facciamo un'ulteriore deviazione per raggiungere il castello di Ussel. Il castello è su un pizzo di montagna e va raggiunto rigorosamente a piedi dopo aver lasciato l'auto. Affrontiamo la scalata senza sapere se riusciremo a visitare il castello vista l'ora (sono circa le 18 e i castelli chiudono alle 18,30 o giù di lì.

La sorpresa all'arrivo è che il castello è un guscio (bello) ma vuoto utilizzato per mostre ed eventi. Nella fattispecie si tratta di una mostra sul fumetto italiano, si visita la mostra e si gira il castello. Abbastanza suggestiva la camminata di ronda che permette di girare la sommità merlata del castello.

Questa volta si torna ad Aosta. Oggi abbiamo percorso soltanto 80 km circa, ma si comincia ad aver difficoltà a ricordare cosa si è visto.

Dopo il rientro in albergo ho il tempo di fare una breve corsa: piove ma la temperatura è gradevole (20,00-20,50: 43 mm 49 ss; kcal 514; freq.card.133; punta massima 145; giro della zona pedonale di Aosta con divagazioni varie)

Cena al ristorante Vecchia Aosta ubicato in locali addossati alla antica Porta Pretoria di origine romana. L'atmosfera è un po' rarefatta. An avrà dei problemi sulla scelta del piatto e sui tempi di servizio. Io apprezzo un tomino con prosciutto croccante e tracce di cipolla dorata e a seguire una carbonade di bue con polenta che al tavolo si trasformerà in uno spezzatino con patate al forno, buono ma non c'è traccia di polenta, sarà per un'altra volta.

Alla fine il conto sarà di circa 107 €.

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