giovedì 11 giugno 2009

Citazione da Favole di Fedro

Pag.69

La cicala e la civetta

Chi non si adatta a vivere rispettando gli altri, per lo più paga il fio della propria arroganza.

La cicala faceva un baccano che dava fastidio alla civetta, solita a cercare cibo di notte e a dormire nel cavo di un albero di giorno. Fu pregata di tacere. Ma prese a sgolarsi molto più forte. Le fu rivolta di nuovo la stessa preghiera, ma lei si scaldò ancora di più. La civetta, come vide che non c'era scampo e che le sue parole non erano tenute in alcun conto, si rivolse contro la strillona con questo tranello: <<Dato che il tuo canto non mi lascia dormire – lo si direbbe uscito dalla cetra di Apollo – mi è venuta voglia di bere il nettare che, or non è molto, mi donò Pallade; se non lo disdegni, vieni; beviamolo insieme>>. Quella, che ardeva di sete, non appena sentì che si lodava la sua voce, si slanciò a volo bramosa. La civetta uscì dal suo buco, si gettò sulla cicala atterrita e tremante, e la uccise. Così, da morta, le concesse quello che le aveva rifiutato da viva.

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