mercoledì 13 maggio 2009

Citazione da Favole di Fedro

Pag.37

L'aquila, la gatta e la cignala

L'aquila aveva fatto il nido sulla cima di una quercia; la gatta, trovata una cavità nel mezzo del tronco, vi aveva partorito; la scrofa selvatica aveva deposto la sua prole alle radici. Allora la gatta, con inganno e maledetta astuzia, sconvolse così questa occasionale coabitazione. Si arrampica fino al nido dell'uccello e gli dice: <<Una mortale rovina si prepara per te, e forse anche per me poverina; se ogni giorno vedi il cinghiale insidioso scavare la terra, è perchè vuole sradicare la quercia, per uccidere facilmente sul piano i nostri figlioli>>. Dopo aver sparso così il terrore e sconvolto il senso dell'aquila, striscia giù fino alla tana della scrofa irta di setole, e le dice: <<I tuoi figli sono in grande pericolo; non appena uscirai con la tua tenera cucciolata per mangiare, l'aquila è pronta a ghermirti i cinghialetti>>. Dopo aver riempito di timore anche questo posto, l'ingannatrice si ritirò nel suo buco sicuro. Di là esce di notte in punta di piedi e, una volta che ha rimpinzato di cibo se stessa e la sua prole, se ne sta in vedetta tutto il giorno, fingendo di essere terrorizzata. Temendo il crollo dell'albero, l'aquila rimane appollaiata sui rami: la cignala, per evitare cattura, non esce fuori. Perchè farla lunga? Morirono di fame insieme ai loro figli e offrirono un lauto pasto ai piccoli della gatta.

La gente credulona e stolta può avere qui un insegnamento di quanto male sia spesso autore l'uomo dalla lingua biforcuta.

Nessun commento:

Posta un commento