Seconda parabola sulla leadership
La spada ed il the
Un maestro giapponese di cerimonia del the,
famoso nel diciassettesimo secolo, insultò una volta,
senza volerlo e per puro errore, un samurai
di basso rango.
Nonostante la differenza di posizione sociale,
molto importante nel Giappone feudale, il maestro
riconobbe il proprio errore e si scusò profusamente
con il samurai.
Quest'ultimo, tuttavia, rifiutò di accettare
le scuse, e pretese di sistemare la questione con un duello.
Il maestro era uomo di pace, per tutta la vita aveva
praticato ed insegnato esclusivamente la cerimonia del the,
e non aveva mai maneggiato una spada. Per converso, il
samurai era interessato solo a combattere e a dimostrare
la sua abilità nell'arte del combattimento.
L'onore impose al maestro di accettare la sfida;
e così, a poche ore dal duello, impugnò per la
prima volta una spada e si fece spiegare da un
amico le tecniche fondamentali.
Il maestro sapeva che i rudimenti appresi non
potevano metterlo alla pari del samurai, ma sapeva
anche di non avere alternative. Il giorno fissato
per il duello si alzò all'alba, e praticò con molta
cura e concentrazione totale il complicato rituale
della cerimonia del the. Al termine, la sua mente
era calma e stabile. Nel suo animo ogni emozione
era scomparsa, e rimaneva solo la tranquilla
determinazione a battersi con tutte le sue
forze ed al meglio delle sue possibilità.
Pur sapendo che la morte poteva essere
una conseguenza probabile, tutte le sue energie
fisiche e mentali erano focalizzate sul presente.
Quando arrivò sul luogo del duello, i curiosi
che attendevano con ansia l'evento rimasero sorpresi.
Il maestro non era più l'uomo mite e dolce che
erano abituati a conoscere. Al suo posto c'era
un uomo pieno di orgoglio e dignità: un guerriero
che non aveva paura. I suoi occhi erano scintillanti
di determinazione e concentrazione quando si
posarono sul samurai che lo attendeva sul campo.
Il samurai, a sua volta, vide un uomo deciso
e calmo, che impugnava una spada e che aspettava
con tranquillità e senza timore le sue mosse.
Capì di aver sfidato l'uomo sbagliato;
si ritirò dal duello e si dileguò il più velocemente
possibile.
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