lunedì 31 agosto 2009

La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia

Finito di legge il 29 agosto 2009

La scomparsa di Majorana

di Leonardo Sciascia

edito da Einaudi, pagg.77, maggio 1975

Commento: lettura interessante

Citazioni:

pag.20

Come tutti i siciliani "buoni", come tutti i siciliani migliori,
Majorana non era portato a far gruppo, a stabilire solidarietà
 e a stabilirvisi (sono i siciliani peggiori quelli
che hanno il genio del gruppo, della "cosca").


pag.21

Nel genio precoce – quale appunto era Majorana –
la vita ha come una invalicabile misura: di tempo,
di opera. Una misura come assegnata, come
imprescrittibile. Appena toccata, nell'opera,
una compiutezza, una perfezione; appena svelato
compiutamente un segreto, appena data perfetta
forma, e cioè rivelazione, a un mistero –
nell'ordine della conoscenza o, per dirla
approssimativamente, della bellezza: nella
scienza o nella letteratura o nell'arte –
appena dopo è la morte.


pag.67

Nato in questa Sicilia che per più di
due millenni non aveva dato uno scienziato,
in cui l'assenza se non il rifiuto della
scienza era diventata forma di vita, il
suo essere scienziato era già una dissonanza.
...
Nota nel libro alla citazione:

Ovviamente, l'affermazione non vuole essere
apodittica nel senso che in Sicilia per più di
due millenni non è venuto fuori uno scienziato
perchè i siciliani sono negati alla scienza.
Una simile affermazione da parte nostra sempre
presuppone delle ragioni storiche: e tra queste
la presenza – più lunga, più continua, più
invadente e capillare che in altre regioni d'Italia –
dell'Inquisizione spagnola. Ragione per cui
anche la Spagna può, per luogo comune, essere
considerata un paese negato alla scienza.
Altrettanto ovviamente, non si vuol dire che
in Sicilia, da Archimede a Majorana, proprio
nessuno si sia dedicato alla scienza.
C'è stato un Maurolico; ci sono stati
Bernardino d'Ucria e il Bottone, botanici;
c'è stato il Campailla, filosofo e sperimentatore;
l'Ingrassia, notomista; il Cannizzaro, chimico.
Precedenti immediati a Ettore Majorana si possono
poi considerare la "scuola matematica di Palermo" e –
precedente anche familiare – il fisico Quirino Majorana.
Il quale, professore all'Università di Bologna, per tutta
la vita si adoperò per dimostrare fallace la teoria
della relatività, senza mai riuscirvi e onestamente
riconoscendo di non riuscirvi: il che non gli
impediva di continuare ostinatamente a combatterla.
Un caso che ci sembra "molto siciliano". E saremmo
curiosi di sapere quali fossero i rapporti, quali le
discussioni in ordine alla teoria della relatività,
tra zio e nipote: tra Ettore che ci credeva e
Quirino che rifiutava di accettarla.

Pag.70

E Fermi, conversando con Giuseppe Cocconi nel 1938,
dopo la scomparsa: Perchè, vede,  al mondo ci sono
varie categorie di scienziati. Persone di secondo e
terzo rango, che fan del loro meglio ma non vanno molto
lontano. Persone di primo rango, che arrivano a
scoperte di grande importanza, fondamentali per
lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni,
come Galileo e Newton. Ebbene, Ettore Majorana
era uno di quelli. Majorana aveva quel che nessun
altro al mondo ha; sfortunatamente gli mancava
quel che è invece comune trovare negli altri
uomini: il semplice buon senso.


pag.73

dello stesso Prospero, nella stessa scena
dell'atto IV de La tempesta, penultima opera
di Shakespeare, ultima in un certo senso:
Questi nostri attori, come del resto avevo
già detto, erano soltanto degli spiriti, e
si sono dissolti nell'aria, nell'aria sottile.
E simili in tutto alla fabbrica senza fondamento
di questa visione, le torri incappucciate di nubi,
gli splendidi palazzi, i sacri templi, lo stesso
globo terrestre e tutto quel che vi si contiene,
s'avvieranno   al dissolvimento e, al modo di
quello spettacolo senza corpo che avete visto
ora dissolversi, non lasceranno dietro a sé
nemmeno uno strascico di nube. Noi siamo
fatti della stessa sostanza di cui sono fatti
i sogni, circondata dal sonno è la nostra
breve vita.
...

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