giovedì 28 gennaio 2010

Da Nova de Il Sole-24 Ore

21-01-2010

Pag. 10

Clay Shirky, tecnologo ed esperto di social network, New York University

L'ABBONDANZA E LA SCARSITÀ

La rete è stata utilizzata dalla maggioranza del mondo sviluppato per meno di un decennio, ma possiamo già vederne alcuni tipici vantaggi (accesso migliorato all'informazione, collaborazione molto ampia) e svantaggi (pensieri interrotti, distrazioni senza fine). Si tratta quindi di giudicare il valore relativo del network in relazione al nostro modo di pensare. È per noi una sfortuna vivere nel corso del maggior incremento di capacità espressiva nella storia, una sventura perché l'abbondanza rovina più cose che la carenza. Quest'ultima implica che le cose di valore acquistino maggior valore, un cambiamento concettualmente facile. L'abbondanza invece porta a togliere valore alle cose in precedenza rilevanti, il che spaventa le persone. È quello che accade oggi con l'editoria. Nel XX secolo il solo fatto di possedere un apparato per diffondere notizie, che fosse stampa o tv, determinava l'importanza di una persona. Oggi l'editoria, nel senso di rendere pubbliche informazioni, sta perdendo il suo valore a livello di professione. Lo shock dell'inclusione, per cui i media professionali sono superati dalla partecipazione di due miliardi di dilettanti implica il peggioramento della qualità media del pensiero pubblico. È naturale che se tutto quello che succede come effetto della maggior partecipazione è la distruzione dei modelli esistenti di produzione di materiali intellettuali, potremmo essere all'inizio di un altro Medioevo. Dipende da noi quindi evitare che questo succeda. I beneficiari del sistema in cui la comunicazione era un'attività privilegiata metteranno in discussione la nuova abbondanza di pensiero pubblico, ma si tratterà solo di una veglia funebre: il cambiamento che loro temono è già nel passato. L'azione reale è altrove.



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