martedì 3 febbraio 2009

Il profeta

Questa sera ho riletto Il profeta di Kahlil Gibran nell'edizione Universale Economica Feltrinelli - traduzione dall'inglese di Giovanna Francesca Brambilla – pagg.90.

Questo libro lo comprai nel 2000-2001 curiosando da Feltrinelli. L'autore mi era noto perchè la moglie dell'amico Gandi ci propose una citazione tratta da questo libro. La citazione venne utilizzata per dedicare un installazione del maestro Gai Candido nel giardino dell'assessorato agricoltura e foreste alla memoria del collega Filippo Basile. Rileggere questo libro mi ha ridato le stesse emozioni che provai quando lo lessi per la prima volta e mi piace qui riportare alcune parti che utilizzerò nell'angolo delle riflessioni di Prometeo.

"Chiese allora un aratore: parlaci del lavoro. Ed egli rispose dicendo: voi lavorate per poter andar di pari passo con la terra e la sua anima. Poiché oziare significa diventare estranei alle stagioni, e uscire dalla processione della vita, che in fiera sottomissione avanza maestosamente verso l'infinito. Quando voi lavorate siete un flauto che nel suo cuore volge in musica il mormorio delle ore. Chi di voi vorrebbe essere una canna muta e silenziosa quando tutte le altre cantano insieme all'unisono? Vi è sempre stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate realizzate una parte del sogno più remoto della terra, a voi assegnata quando quel sogno nacque, Ed è nel mantenervi con fatica che voi in verità amate la vita, E amare la vita attraverso la fatica significa essere molto prossimi al suo segreto più profondo. Ma se voi nella vostra pena chiamate la nascita una calamità e il sostentamento del corpo una maledizione scritta sulla vostra fronte, allora io rispondo che solo il sudore della vostra fronte cancellerà ciò che è scritto. Vi è stato pure detto che la vita è oscurità, e nel vostro tedio ripetete a eco a ciò che è stato detto dallo svogliato. E io dico che la vita è davvero oscurità se non c'è slancio, e ogni slancio è cieco se non c'è conoscenza, e ogni conoscenza è vana se non c'è attività, e ogni attività è vuota se non c'è amore; e quando voi lavorate con amore instaurate un legame con voi stessi, con gli altri e con Dio." (pag.25)

"E che cosa significa lavorare con amore? Significa tessere un abito con i fili tratti dal vostro cuore, come se dovesse indossarlo il vostro amato. Significa costruire una casa con dedizione, come se dovesse abitarla il vostro amato, Significa impregnare tutte le cose che fate del soffio del vostro spirito, E sapere che tutti i morti benedetti vi stanno vicini e vigilano. Spesso vi ho sentito dire, come se parlaste nel sonno: ''Chi lavora il marmo, e scopre la forma della sua stessa anima nel sasso, è più nobile di chi ara la terra. E chi cattura l'arcobaleno per deporlo sulla tela a riproduzione dell'uomo, è più di chi fabbrica i sandali per i nostri piedi.'' Ma io dico, è nella veglia del mezzogiorno, e non nel sonno, che vi renderete conto che il vento parla dolcemente, e in egual modo, tanto alle querce giganti, quanto al più piccolo di tutti i fili d'erba; E che grande è solo colui che trasforma la voce del vento in una canzone resa più dolce dal proprio sentimento. Il lavoro è amore reso visibile. E se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con avversione, meglio è che lasciate il vostro lavoro e che vi sediate alla porta del tempio per ricevere elemosine da chi lavora con gioia. Poiché se cuocete il pane con indifferenza, cuocerete un pane amaro che nutre l'uomo solo a metà. E se pigiate l'uva di malavoglia, il vostro malanimo distillerà veleno nel vino. E se non amate il canto, sebbene cantiate come angeli, smorzerete alle orecchie dell'uomo le voci del giorno e le voci della notte." (pag.27)

"Quando siete felici guardate nelle profondità del vostro cuore e scoprirete che ciò e ora vi sta dando gioia è soltanto ciò che prima vi ha dato dispiacere. Quando siete addolorati guardate nuovamente nel vostro cuore e vedrete che in verità voi state piangendo per ciò che prima era la vostra delizia." (pag.29)

Citazione in memoria di Filippo Basile
"E come una singola foglia non ingiallisce se non con la silenziosa consapevolezza di tutta la pianta, così il malfattore non può compiere il male senza la volontà nascosta di voi tutti. Voi camminate insieme, come in processione, verso il vostro io divino. Siete la via e i viandanti. E quando qualcuno di voi cade, cade a favore di chi sta dietro di lui: un ammonimento della presenza della pietra che è all'origine dell'inciampo. Sì, e cade per chi gli sta davanti che, sebbene abbia piedi più veloci e sicuri, non ha tuttavia rimosso quella pietra." (pag.39)

"Non dite: '' Ho trovato la verità,'' ma piuttosto: '' Ho trovato una verità.'' Non dite: '' Ho scoperto il sentiero dell'anima.'' Dite piuttosto: '' Ho incontrato l'anima che cammina sul mio sentiero.'' Poiché l'anima cammina per tutti i sentieri. L'anima non cammina su di una linea, né cresce come una canna. L'anima si schiude come un fiore di loto dagli innumerevoli petali." (pag.54)

"Disse allora un insegnante: Parlaci dell'insegnamento. Ed egli rispose: Nessuno può rivelarci alcunchè se non ciò che già giace semi-addormentato nell'albeggiare della vostra conoscenza. L'insegnante che cammina all'ombra del tempio, tra i suoi seguaci, non dà la sua saggezza ma piuttosto la sua fede e il suo amore. S'egli è davvero saggio non vi offre di entrare nella casa della sua saggezza, ma vi conduce piuttosto alla soglia della vostra stessa mente. L'astronomo può parlarvi della sua comprensione dello spazio, ma non può donarvi la sua comprensione. Il musicista può cantarvi il ritmo che è nell'universo, ma non può prestarvi l'orecchio che trattiene il ritmo, né la voce che lo echeggia. E chi è esperto nella scienza dei numeri potrà parlarvi dei campi, del peso e della misura, ma non vi ci potrà condurre. Giacchè la capacità di visione di un uomo non presta le sue ali a un altro uomo. E come ognuno di voi è unico al cospetto di Dio, così ognuno di voi dev'essere solo nella sua conoscenza di Dio e nella sua comprensione della terra." (pag.55)

"E un giovane disse: Parlaci dell'amicizia. Ed egli rispose: L'amico è il vostro bisogno corrisposto. E' il campo che seminate con amore e mietete rendendo grazie. E' la vostra mensa e il vostro focolare; Perchè a lui giungete affamati e in cerca di pace. Quando l'amico vi dice quel che pensa, non abbiate timore di dire il no, o il sì, che sono nella vostra mente. E quand'è silenzioso, il vostro cuore non cessi di ascoltare il suo cuore; Giacchè nell'amicizia, senza parlare, tutti i pensieri e desideri e aspettative nascono e vengono condivisi con gioia non acclamata. Quando lasciate l'amico, non rattristatevi; Perchè ciò che di più amate in lui può sembrarvi più chiaro durante la sua assenza, come la montagna allo scalatore appare più nitida dal piano. E fate che nell'amicizia non vi sia altro fine, se non l'approfondimento dello spirito. Poiché l'amore che cerca una qualunque cosa che non sia la rivelazione del proprio mistero non è amore, ma una rete gettata in avanti: e piglia solo ciò che è senza profitto. E che il meglio di voi sia per l'amico vostro. S'egli deve conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca pure il flusso. Poiché che amico è mai il vostro che lo dobbiate cercare nelle ore d'ammazzare? Cercatelo sempre nelle ore da vivere. Giacchè è il suo bisogno a colmare il vostro bisogno, ma non il vostro vuoto. E nella dolcezza dell'amicizia fate che vi siano risate e piaceri condivisi. Perchè è nella rugiada delle piccole cose che il cuore trova il suo mattino e si ristora." (pag.57)

"E se volete conoscere Dio non siate dunque solutori di enigmi. Piuttosto guardatevi intorno e lo vedrete giocare coi vostri bambini. E guardate nello spazio; lo vedrete camminare dentro la nuvola, protendere le braccia nel lampo e scendere con la pioggia. Lo vedrete sorridere nei fiori, poi alzarsi per agitare le mani fra gli alberi." (pag.75)

"Popolo di Orphalese, il vento mi ordina di partire. Io sono meno impaziente del vento, eppure devo andare. Noi vagabondi, sempre in cerca della via più solitaria, non iniziamo un giorno dove ne abbiamo terminato un altro; e nessun'alba ci trova dove il tramonto ci ha lasciati. Anche quando la terra dorme noi viaggiamo. Noi siamo i semi della pianta tenace; è nella nostra maturità e pienezza di cuore che veniamo consegnati al vento e sparpagliati." (pag.79)

"Vi è stato detto che, come una catena, voi siete deboli quanto la vostra maglia più debole. Quest'è vero solo a metà. Voi siete pure resistenti quanto la vostra maglia più forte. Misurarvi in base alla vostra più piccola azione significa calcolare la potenza dell'oceano dalla fragilità della sua schiuma. Giudicarvi in base ai vostri insuccessi è come gettare biasimo sulle stagioni per la loro incostanza. Sì, voi siete come l'oceano, e sebbene navi pesantemente arenate sulle rive attendano la marea, tuttavia, come l'oceano, non potrete affrettare i vostri flussi. E pure come le stagioni voi siete, e quantunque durante il vostro inverno rinneghiate la vostra primavera, tuttavia la primavera, che in voi riposa, sorride nel suo dormiveglia e non si offende." (pag.82)

"Ancora un poco, un attimo di quiete nel vento, e un'altra donna mi partorirà." (pag.90)

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