mercoledì 3 febbraio 2010

Da Nova de Il Sole-24 Ore

21-01-2010

Pag. 10

Paolo Legrenzi, psicologo cognitivo, Iuav, Venezia

INFORMATI E CONFUSI

Credo di appartenere a una generazione particolare e forse unica. Ho cominciato a scrivere un libro con una Lettera 22, l'ho sviluppato su una macchina da scrivere elettrica e infine corretto su un computer collegato alla rete. In questo senso ho vissuto in prima persona l'accelerazione provocata dalle comunicazioni digitali e ne sono felicissimo. Oggi per internet significa potermene stare a casa mia a Venezia, dove sono nato, ma dialogare con tutto il mondo. Quando cominciai, per scrivere un articolo con il mio maestro, Johnson Laird, dovevo passare dieci giorni a Londra. Sul fronte qualitativo, per chi fa ricerca internet presenta solo vantaggi, perché autorevolezza e attendibilità delle fonti che utilizziamo è molto chiara. Nel settore generalista e nei social network c'è molta più confusione su cosa sia informazione di qualità e attendibile e cosa no. Anche prima della rete, però, bastava entrare in una libreria e guardare uno scaffale per trovare titoli eccellenti a fianco di porcherie. È sempre stato difficile assegnare bollini di qualità. In quanto alla rete come mente collettiva, non ci credo. La rete non ha la capacità di elaborazione della mente. Semmai assomiglia a una memoria, ma compilata da un folle, che ha mischiato pietre preziose e sassi senza valore.



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