lunedì 14 marzo 2011

L'ebreo, con Ornella Muti

Ieri, 13.03.2011, al Teatro Al Massimo ho assistito alla spettacolo "L'ebreo" di Gianni Clementi per la regia di Enrico Maria Lamanna
Con ORNELLA MUTI, PINO QUARTULLO e EMILIO BONUCCI

Sinossi

Negli anni '40, con l'entrata in vigore delle leggi sulla discriminazione razziale, emanate dal regime fascista, molti ebrei, presagendo un destino incerto, avevano pensato di mettere al riparo i loro beni da presumibili espropri, intestando le loro proprietà a prestanome fidati, di razza ariana. Marcello Consalvi, al tempo oscuro ragioniere, è uno dei fortunati beneficiari: il suo padrone gli ha intestato tutte le proprietà. Marcello Consalvi vive con la moglie Immacolata in uno splendido appartamento borghese, di proprietà de padrone, nel ghetto ebreo di Roma. La vita scorre tranquilla quando, improvvisamente, dopo 13 anni, il vecchio proprietario bussa alla loro porta. I due decidono di chiudersi in casa e non aprire: devono prendere tempo e pensare a una soluzione per non perdere tutto e tornare di nuovo all'ormai dimenticata vita grama. Passano i giorni. Il vecchio continua a bussare al portone. I due coniugi sono sull'orlo del collasso nervoso, quando Immacolata decide che l'unico modo per porre fine all'incubo è eliminare il vecchio ebreo: Marcello lo colpisce alla testa e lo uccide. I due nascondono il corpo in un tappeto. Mentre lo fanno, di nuovo dei colpi alla porta. Il vecchio è là fuori che bussa: lo devono uccidere a tutti i costi. E si apprestano a farlo, nonostante la silhouette sulla porta appartenga indiscutibilmente a una donna. E' la loro figlia, Elena, che torna dal viaggio di nozze. Ma, ormai, chiunque bussa a quel portone, per Marcello e Immacolata, è il vecchio. E' questa la loro vera condanna.(da http://www.eventiesagre.it/Teatro_Teatro/)

Commento: me ne avevano parlato negativamente per il linguaggio utilizzato in particolar modo da Ornella Muti. E' stata una sorpresa positiva, in quanto i testi sono certamente in linea con l'estrazione sociale dei protagonisti e con la drammaticità della storia. L'unica critica che mi sento di fare è relativa alle pause inserite nel secondo atto ... non aggiungono nulla ... anzi!

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